venerdì 27 novembre 2009

Grazie più di 100



D: "...e così siamo con Van deer Gaz, il cui blog SegnoDisegnO ieri ha raggiunto un picco di letture di post che non s'erano mai viste. Relativamente a questo blog, certo."
R: "Sì, buongiornograzieehm, comunque "picco" e quindi "che non s'era mai visto"..."
D: "La smetta; pensa di sapere scrivere, lei?!"
R: "Come ha detto che si chiama la testata per cui mi intervista?"
D: "Per favore, sto lavorando, eh. Come mai -insomma- questo posto grigio, mal disegnato e spesso inospitale è stato visitato e letto da tutta 'sta gente?"
R: "Beh, devo ringraziare le persone a cui è piaciuto, e che l'hanno condiviso, facendo conoscere il blog ad altre persone. Probabilmente, poi, è piaciuto l'argomento, la dissacrazione proprio nel senso del de-sacralizzare..."
D: "Lei è sempre così prolisso e contorto?"
R: "Prego?"
D: "Sarebbe il caso. Dicevo, tutta quella storia di ieri, lei per scherzare è sempre così slungagnone e contorto? Ritiene -inoltre- che certa blogosfera possa attentare all'identità ed ai valori fondanti un Paese sano!?"
R: "Scherzare? Io dicevo cose in cui credo, in una forma che può essere.."
D: "Grazie del suo tempo, arrivederci."
R: "Di che testata ha detto che è, lei?"
D: "Il Giornale."
R: "A posto, ciao."


Grazie a tutti,
state bene.
A poi
poi

giovedì 26 novembre 2009

Un marketing dell'altro mondo



Noi, si lavora per una multinazionale potentissima che vanta duemila anni di attività.

Io sto al marketing, dove s'è fatto il vero capolavoro: a livello di prodotto, noi vendiamo vita eterna e il Cliente è comunque estremamente fidelizzato. Cioè, sì, noi vendiamo effettivamente qualcosa che nessuno può verificare, ma la gente ci crede e segue l'azienda e non abbiamo praticamente nessuna chiamata di reclamo da Clienti che poi, magari, la vita eterna, non se la son trovata.
In realtà il brand porta con sè un paniere di significati e attribuzioni che il baffo della Nike ci fa una pippa: siamo riusciti con la pubblicità a convincere il Cliente che chi non è Cliente o dubita si deve sentire in colpa, che non capisce, che non c'è ancora arrivato.
Ecco, noi come prodotto vendiamo sollievo dal senso di colpa e vita eterna. Non bastasse, la cura del Cliente, post-vendita, è veramente ottimizzata e forniamo precise istruzioni su come comportarsi e cosa pensare. Ecco, quindi noi come prodotto vendiamo la vita eterna, sollievo dal senso di colpa e dal doversi organizzare a comportarsi e pensare tutto da soli.
Cure per la paura preconfezionate, insomma, potremmo dire. Addirittura noi in azienda ci siamo inventati che il futuro Cliente nasce già in condizione di colpa, e che però con la nostra acquetta magica, quando ancora il Cliente è piccolo piccolo, lo rimettiamo in piano: praticamente li intercettiamo che non possono dire niente e dal gavettone aziendale neonatale in poi ce li abbiamo nel database Clienti e trucchiamo i report dicendo che sì, insomma, in una qualche maniera li rappresentiamo e che questi ci seguono, anche se magari non è così. Poi visto che robe del genere prendevano piede, ne abbiamo buttate su altre usando sempre elementi basilari che però il Cliente si beve voglian dire delle gran robe, tipo facciamo numeri anche col pane, con l'olio, col vino. L'acquetta magica però va sempre per la maggiore, e lì si vede il genio del primo Amministratore Delegato. All'inizio in azienda erano lui, che aveva avuto l'idea dal padre, e altri 12, ma poi ancora l'azienda non era importante allora ha sbattuto nella politica e è morto un pochino, e han scelto un nuovo Amministratore Delegato tra quelli che c'erano. E via così. Adesso che l'azienda è una multinazionale potentissima, l'Amministratore Delegato non solo non ha problemi con la politica, ma è la politica che ce lo viene a cercare. Ogni tanto qualche presidente fa dei danni e, tipo, uccide della gente che il nostro Amministratore Delegato dovrebbe teoricamente dire che quel presidente con noi non deve più avere niente a che fare, ma poi magari vien fuori che 'sto presidente rema contro a multinazionali a noi avverse e poi, dai, si sa gli Amministratori Delegati devon anche saper essere diplomatici, non è che si posson sempre dire le robe.

A livello di rete di vendita, facciamo da matti. E' capillare e siamo riusciti anche a convincere i Clienti che dovrebbero far diventare Clienti tutti quanti e è ospitata in posti belli, grandi, con la musica. Certi negozi ce li siamo fatti affrescare e riempire di roba artistica dai più grandi, che noi s'è sempre speso soprattutto per le sedi di rappresentanza dall'azienda. C'abbiam certi negozioni che ci son voluti secoli per buttarli su. Per dire, quello di Parigi c'ha due torri e un sacco di grifi e tutto un portone intarsiato e quello di Amiens è un tale negozione che contiene il negozione di Roma, dove c'è la sede centrale dell'azienda. Gli impiegati bravi li facciamo stimare che neanche a Ikea, mettiamo le loro immagini in giro e facciam le figurine e i Clienti si possono pure rivolgere a loro, così, se si son trovati bene o si son affezionati. Tipo c'era uno strano, Francesco, dell'agenzia di Assisi, che era tornato un po' rintronato dalla guerra e in piena sindrome da stress post-traumatico dice che parlava con la fauna, però era bravissimo e ancora i Clienti se lo ricordano. Dai, son anche cose che fan piacere.

Come promozione, abbiamo scelto le presentazioni e promozioni dirette, che facciamo di solito una volta alla settimana, ma anche più spesso, e ovunque arriviamo, come rete distributiva. Praticamente il Cliente conosce a memoria i nostri slogan, e li ripete aiutato da un collega che si deve vestire strano per essere riconoscibile. Non strano come quelli che lavorano da Mc Donald's, ma strano. E poi noi ai nostri Clienti diamo un sacco di gadget, tipo l'immagine del primo Amministratore Delegato mentre moriva; siamo riusciti a vendere che moriva per favorire il Cliente, così, si sa mai gli venisse in testa di smettere di sentirsi in colpa.

Come prezzo, potete vederlo tutti i giorni.

venerdì 20 novembre 2009

A volte ritornano

L'ho visto, abbandonato alla scrivania che lo ospitava.
Con l'aria di chi poteva dire di più, e meglio.

Era arrivato con una bionda acerba, sui 20. Prosperosa, alta, con seni grossi e lo sguardo della mucca che guarda passare il treno.
Non stupida, per carità, inconsapevole, una donna in potenza. Acerba, appunto.

Abbandonato e inerte alla scrivania che lo ospitava, nonostante le frequentazioni, e ormai inutile. Con un compito svolto troppo in fretta e troppo male, che l'avrebbe per sempre etichettato come "colui dall'occasione persa", "colui che poteva ma non", "colui che avrebbe potuto dire ma s'è limitato a".

Cosa devo dirti? Hai perso la tua occasione, amico. Non hai significato. Hai esaurito la tua funzione, e pure in maniera mediocre. Ti hanno usato, sì, e non hai potuto o voluto farci nulla, influire, essere ciò che avresti potuto. E ora sei abbandonato, sei inutile, hai finito; ti possono buttare senza pensarci perchè questa è azienda, baby, questo è neo-darwinismo sociale, questo è il capitalismo del cazzo. Non l'ho inventato io, e non posso cambiarlo, ma il mio sguardo ti segue mentre vai verso il tuo destino e spero che tu senta la solidarietà che non posso esprimerti, la mia comprensione della paura che hai in merito al tuo non-futuro.

Eri un post-it, su un mucchio di documenti, e avevi scritto addosso:
"Da tornare firmati".

mercoledì 18 novembre 2009

Aduspinanza



E allora ce l'abbiam fatta e son venuti,
ne manca una nel disegno, perchè è apparsa per poco e perchè così deve tornare.

E allora è stato Qualcosa, e sto bene quando me lo ricordo.

E allora grazie a tutti.

venerdì 13 novembre 2009

La superstizione porta bene

Oggi è venerdì 13, e me ne fotto.
Non son superstizioso. Però la superstizione m'ha fatto del gran bene.

Quand'ero piccolo e i bimbi sani andavano a giocare al mare o a far danni, io "nelle ore pomeridiane del riposo e del silenzio" ero costretto a starmene in casa, in camera a leggere, perchè non dovevo far rumore. Al di là del sottofondo di violini, bello leggere! Tutti quei fumetti, tutti i fumetti proibiti di mio padre (su Linus c'era Crepax!), tutti i... MaQuestaE'UnAltraStoria.

L'effetto collaterale era che ero sempre e l'unico ottenne reperibile.

D'estate stiravano delle gran quantità di vecchietti per via per caldo, e se suonava il telefono alle 2, di sicuro era il prete e c'era da inumare un caro estinto ed ero precettato come chierichetto, a sventolar incenso e star serio mentre in quel caldo vedevo gente triste e piangente.
Sempre io, l'unico chierichetto reperibile per i funerali estivi.

Son tornato a leggere fumetti in pianta stabile quando mia nonna s'è accorta che i vecchietti incontrandomi, si toccavano le palle.

Superstizione è bello.

mercoledì 4 novembre 2009

Mi ricordo

Che dicevi della scatola con le caccole dentro, da piccolo.
Che dicevi che lì si giocava bene e non c'era nessuno, e adesso io ci porto e c'ho portato i miei figli a scuola.
Che poi si sentivano quelle musiche strane, nuove, dei tuoi cugini di Milano.
Che poi la prima canna che "non m'ha fatto nessun effettA".
Che poi a quel concerto, che se non mi tiravi fuori ci rimanevo (e chi aveva mai pogato, prima?).
Che c'era la nebbia e che volevi forte forte passare alla storia e poi ce l'hai fatta, e erano 'sti giorni, la mattina c'è lo stesso odore di quando me l'han detto.
Che poi quella cosa che t'ho promesso, ce la sto facendo.

C'è uno che va in giro col tuo nome addosso.
E se lo merita.