martedì 28 settembre 2010

Allora

Allora
mi prendi la mano
anche se
non passano macchine
e io penso che
avevo una vita
anche prima di te
ma che
era un sogno
meno bello
di questo

lunedì 27 settembre 2010

Miglior Post Sbornia 2010

Un post di servizio.

Allora, abbiam preso su in quattro e siamo andati tutti trotterellando in questo paese su un lagone, dove sembra siano soliti incontrarsi annuamente quelli che scrivono le robe nei blog dopo che per tutto un anno han spalmato la loro fantasia e passione tra dita e tastiere (o quel che è).
Durante il viaggio, mi son sentito come se fossimo gli Smashing Pumpkins, perchè tutti e quattro abbiamo le nostre specialità, ma son diverse (e poi, avevamo quello glabro, quello coi capelli lunghi e pure la bassista bona, oltre me).
Il paese sul lagone è ordinatissimo e civilissimo e io pensavo "Meno male che non son mai dovuto andare a vivere in un posto così palesemente più a modo di me."
Siamo arrivati in tempo per salutare degli amici, per conoscere delle persone amici di amici e per dire svariati "Ah! Ma tu sei..." e viceversa.

Io dovevo sembrare molto accaldato; perchè avevo una giacca blu, di velluto a costine, pensavo sarebbe stato freddo, e perchè mi son portato una pesante borsa di pelle, con libri e cose, e forse ero un po' rosso per tutte le conoscenze e le riconoscenze.
Io dovevo sembrare molto accaldato e probabilmente un po' disidratato, perchè hanno iniziato tutti a darmi da bere.
Prima c'è stato un aperitivone collettivo che son finiti i bicchieri prima della roba da bere, allora mi ricordo che una donna bionda che avevo conosciuto da poco forse era riuscita a ottenere un bicchiere e allora le ho detto tipo "chiedine due per favore, che sei donna e sei bionda" e lei non li otteneva tutti e due, allora ne ha presi due usati da altri, e ci siam fatti riempire quelli, e io pensavo "mi piace come ragiona questa qui".
Poi dovevo sembrar disidratato anche all'aperitivo dopo, lì vicino, perchè mi offrivano da bere.
Mi sa che anche se mi son tolto la giacca, poi, al ristorante, mi sa che sembravo accaldato, perchè ci han offerto altre cose da bere.

Noi comunque s'era andati nel paese sul lagone anche e soprattutto come moderatori di Spinoza, che poi s'è vinto Miglior Blog italiano 2010, Miglior Blog Collettivo e, con "Celere alla celere", Miglior Post. (ah, yeah)
"Celere alla celere" l'ho scritto io; non il post, lì sono un sacco gli autori, il titolo. Mi ricordo che ho avuto molto gusto perchè c'era qui il cantante chitarrista degli Smashing Pumpkins che ha scritto una battuta e che poi, di quel quel post, il titolo e la battuta del cantante chitarrista degli Smashing Pumpkins sono stati citati il giorno dopo al TG3.

Insomma, dopo le montagne russe tra le gradazioni alcooliche, ci troviamo in questo posto bello, la sera, dove premiano le robe di blog e io sto telefonando a un'amica per dirle succede questo e succede quello e succede pure che in quel momento "Celere alla celere" viene premiato come Miglior Post dell'Anno e la gente applaude e uno di quelli che in Spinoza han veramente voce in capitolo mi piglia e tira sul palco per la premiazione.

Io salgo sul palco che sto ancora salutando al telefono e mi sento un po' come avrebbe dovuto sentirsi Berlusconi quando lo aspettava la
Merkel ma lui era al telefono -dice- con Erdogan, tanto che il signore che mi passa il microfono mi dice sottovoce "con calma, eh" e io mi ricordo che sono su un palco e penso "magari".
Poi guardo davanti a me e non vedo niente perchè ho delle luci forti in faccia, forse un po' della prima fila con uno coi jeans che mi guarda, quindi sto zitto.
Forse, troppo.

Poi inizio a parlare e ringrazio e ricordo che Spinoza è Spinoza grazie a Stark e Eio, alla gente che ci scrive e molto anche grazie agli Alfieri, che chiedo di citare al
cantante chitarrista degli Smashing Pumpkins, che è molto schivo ma che -vuoi che nelle montagne russe tra gradazioni c'era pure lui e vuoi l'appoggio morale che mi voleva dare- son riuscito a far venire sul palco.

Poi mi chiedono di "Celere alla celere" e io dico che il bello di scrivere su Spinoza è che te fai nascere queste pataccate nel tuo salotto, che ridi e pensi e ti diverti, poi le condividi con altri che ridono e pensano e si divertono e poi magari può succedere che grazie a queste cose con cui ridi e pensi e ti diverti e che condividi, il giorno dopo ti trovi al telegiornale e termino con una cosa tipo "anche se spiegata così, sembra che parlo della marijuana fatta in casa".

Non mi ricordo molto molto, però quello coi jeans in prima fila ride e pure gli altri, riringraziamo e ci applaudono, scendo dal palco e qualcuno che ho piacere mi abbracci mi abbraccia e una ragazza mi dice "sei stato bravo, comunque."




La prima e unica foto dalla nascita di SegnoDisegnO




mercoledì 22 settembre 2010

Vola, Poldo, vola!

Questo mi è venuto in mente leggendo questo sul blog di un Amico, che vi consiglio.
Il blog, vi consiglio.
Pure l'amico, se ci riuscite.

E' un po' lungo, scusate.
Questo, non l'amico.
L'amico è alto, ma non c'entra.
A meno che non giochi in porta, essendo alto.
No, ma comunque, non credo.

(già che si parla di cose che non c'entrano:
secondo me, i Baustelle dovrebbero smettere subito.
Ora, al culmine della carriera.)

"Due a due. Due a due, va benissimo.", pensavano i sostenitori della Juvenes Sassofrollo.
"Due a due. Due a due, porcadellatroia.", pensavano i sostenitori della Virtus Sanfarlocco.
"Due a due." e il punticino in classifica rimediato avrebbe, infatti, fatto salire di categoria il Sassofrollo ai danni del Sanfarlocco.
Se il Sanfarlocco avesse vinto fuori casa, invece, i tre punti gli avrebbero permesso la promozione e il salto di categoria a tutta sventura del Sassofrollo.
I due comuni erano pure vicini, e i rapporti buoni; le dispute sulle rispettive giovinotte sassofrollesi o sanfarlocchiane accompagnate dai rispettivi giovanotti sassofrollesi o sanfarlocchiani al lago Pomicione, sulle terre contese a causa dei confini labili o sui cani che abbaiavano troppo o troppo poco venivano risolte civilmente da quando i pallettoni avevano lasciato il posto al sale.
Ma se si parlava di calcio, si parlava di roba seria.
Roba da prendere o essere presi per il culo almeno per un anno, poi, stavolta.

In porta il Sassofrollo schierava Leopoldo Fungazzi detto Poldo, entrato all'82° a seguito delli crisi di nervi del portiere titolare che, preso il gol del pareggio non senza responsabilità, si era sentito lasciare dalla morosa tramite grido della stessa proveniente dagli spalti, con conseguente ovazione dell'intero pubblico -amico ed avverso- del piccolo stadio.
Forse la crisi di nervi del portiere titolare sassofrollese era stata facilitata anche dal grido di risposta di sua madre, indirizzato all'ormai ex nuora: "Brava!"

Esaurite le sostituzioni, 9 contro 9 a causa della punta di nervosismo che aveva caratterizzato la partita e non concedendosi dunque eccessivi tatticismi, le squadre davano l'anima, chi per mantenere e chi per cambiare il risultato quando, al quinto minuto di recupero, l'esausta compagine sanfarlocchiana -motivata dalla balestra brandita dal Mister di riferimento- si riversò completamente dentro l'area sassofrollese dando luogo ad un ultimo attacco disperato a cui la rappresentanza sanfarlocchiana -spronata dalle foto dei figli dei giocatori tenute in mano dal Mister di riferimento e, in parte, anche dalle sue grida "So dove vanno a scuola!"- rispondeva con un muro umano facendo rimbalzare ogni tiro contro difensive schiene, cosce, teste, ginocchia e, forse, una sola mano.
Mano.
Fischio dell'arbitro.
Silenzio.

Rigore.
Ancora più silenzio di silenzio.

Sostenitori e giocatori del Sassofrollo non osavano protestare.
Sostenitori e giocatori del Sanfarlocco non osavano gioire.
Sommesso, s'udiva in lontananza solo il pianto del primo portiere, prontamente zittito con un lancio di zoccolo dalla di lui madre.

Adesso, silenzio silenzio davvero davvero.

Leopoldo Fungazzi detto "Poldo" assunse posizione, atteggiamento ed espressione a metà tra il San Sebastiano trafitto e Rommel.

Per il Sanfarlocco, si accinse a battere l'estrema punizione Lamberto Sparagna detto "Ramon" dal lunedì al venerdì e "El Loco" di domenica. Il sabato spariva non si sa dove e nessuno lo chiamava o nomignolava."Ramon" era dovuto al fatto che era un gran trombratore trasversale di tabaccaie (sia sassofrollesi che sanfarlocchiane) e "El Loco" era dovuto a come giocava, per l'appunto, ogni domenica: faceva diventare facile ciò che era difficile e facilissimo ciò che era facile, ma anche complicato ciò che era semplice e arzigogolato ciò che era elementare.

El Loco. Palla. 11 metri. Poldo. Porta.
Silenzio silenzio silenzio, davvero davvero davvero.

Poldo si astrasse e per lui il tempo si fermò.
Rivide il suo primo allenatore, uno scoppiato amante del Negroni bello carico che aveva dietro di sè una vita piena di scommesse perse ma che, quasi, come portiere ce l'aveva fatta. Poi si era dovuto ritirare a Sassofrollo per una storia di sesso, erba e zampone avuta con la moglie del suo ultimo Presidente.
Poldo lo rivide che gli diceva "Guarda la punta, Poldo! Quando ti tirano un rigore, guarda la punta! Tu ti devi muovere prima, se senti il rumore dello scarpino contro la palla, è troppo tardi.
Non è un cecchino comune, è un attaccante: non sei salvo se senti il rumore, quindi sei ancora vivo e ti tuffi da una parte; sei salvo se ti tuffi prima di sentire il rumore.
E devi sapere dove tuffarti, perchè l'attaccante è l'unico cecchino che prova a non prenderti e cerca di confonderti, e prende una rincorsa ubriaca e troia, e mette il corpo da una parte ma tira da un'altra come la vita.
E allora guarda la punta, guarda il piede che sta a terra, non quello che calcia: la palla va dove indica quella punta! E ti puoi tuffare prima, mentre la gamba che calcia scende veloce, perchè quella punta é spia, ti dice dove l'altro piede manda la palla.
Guarda la punta, tuffati nella direzione che ti indica e tieni le braccia larghe a occupare la porta!
Buttati sempre convinto dove indica quella cazzo di punta, Poldo!"

El Loco. Palla. 11 metri. Poldo. Porta.
Fischio. El Loco inizia la rincorsa.
Sembra che voli, che faccia piroette.
Poldo è tranquillo, sa cosa fare.


Poldo è steso a pelle di leone 3 metri davanti alla porta, si è tuffato in avanti a braccia larghe, il suo naso ha arato, è per più di metà dentro il fango e la terra e fa male.


El Loco si è girato di spalle alla porta e ha tirato di tacco.
Gran gol.

domenica 19 settembre 2010

Il balconing è una roba per mammolette

Gente ben più gente di me scrive del balconing. Balconing su, balconing giù. Più che altro, giù.
Il balconing è la moda di lanciarsi da piani sopraelevati (di hotel stanti in località vacanziere) nella piscina. Si fa tipo alle Baleari e tipo anche dal 5° o 7° piano, con prematura dipartita involontaria dell'acuto intelletto che pratica tale sobria attività.
Beh, c'è qualcosa che nessuno ha finora mai osato dire, tanto s'è presi a canzonare questi giovini prematuramente e incolpevolmente spatasciati: il balconing è una roba per mammolette.

Ecco le ultime vere tendenze.

Il cassetting
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e si chiude le dita nei cassetti. Ma ripetutamente.

Il petting alla seconda
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e limona e si tocca con giovani cani o gatti, per iniziare.
Poi prova a incularsi un giaguaro.

Il marketing
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e si mette a studiare ed applicare procedure ed azioni volte a imporre un brand di prodotto o servizio su un mercato il più delle volte già saturo, perdendo la sua anima per sempre.

Il mignoling
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e cammina scalzo nell'appartemanto buio dopo aver spostato comodini, socchiuso porte, acquistato e disseminato per l'ambiente pianoforti a coda.

Il darjeeling
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e si beve un tè. Ma con molta, molta teina.

Il perioding
Il giovane rincasa ebbro e drogatello, sveglia la findanzata che è stata a casa causa mestruazioni e le fa presente che è un po' ingrassata e che inizia a essere anziana per avere figli.

Il free climbing
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e va a scalare pareti rocciose a mani nude, con il solo ausilio di polvere di gesso sui polpastrelli.

Il vanhelsing
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e va alla locanda, chiede dov'è il castello del conte e tutti si zittiscono.

Lo smoking
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e si mette un elegante completo da uomo. Poi si accorge che ha finito le cartine.

Il buc crossing
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e lascia in giro i suoi orefizi (chessò, su una panchina al parco o alla fermata della metropolitana) aspettando che sconosciuti li trovino ed utilizzino.

Il gerunding
Il giovane rincasa ebbro e drogatello e immagina (o, peggio, scrive) un gerundio che implica un gerundio che implica un gerundio che implica un gerundio così via, finché impazzisce e si scarica la discografia completa dei Baustelle, perché i negozi son chiusi. Domani, li va a comprare originali, il folle.


Lo so che fa male ma, puttana Eva, siete grandi: guardate in faccia la realtà.

lunedì 13 settembre 2010

Cara Umanità

Cara Umanità,
vorrei intanto cominciare questa mia specificando che "cara" é qui inteso sia come "apprezzata, stimata" che come "dispendiosa, onerosa".
Venendo al punto, ci sono gente che é brava a consolare e ci sono gente che é brava a farsi consolare; io, di solito, gioco coi primi e son piuttosto bravo. Gioco ala e dalla mia fascia arrivano traversoni, interessanti aperture e altre robe che funziano, nell'equilibrio globale dell'incontro.
La gente che ci sono che son bravi a e quella che ci sono che son bravi a farsi si possono anche scambiare totalmente o parzialmente.
Di solito, ciò avviene parzialmente e ci sono gente anche magari brava a tutt'e due.
Comunque, io mica tanto.
Soprattutto, ci son delle volte che mi sa son troppo sensibile per questo mondo, quindi delle cose sarebbe meglio cambiassero; dato che non mi par bello (né mi sa che potrei) divenir meno sensibile, mi sembra che sia il mondo, che si dovrebbe sensibilizzare un po'.
Anche solo per spirito di ospitalità, sarebbe una cosa carina, dài.
Sperando che questa mia possa portare ad un primo significativo passo verso quanto auspicato, ringrazio e saluto, anche se mi sa che non cambierà nulla.
Per dirla tutta, ci scommetterei il culo.

domenica 5 settembre 2010

Tra traumi

Una volta mi son messo a pensare di scrivere una cosa che aveva come cornice e tema un pensiero irrazionale che mi coglieva. Più una volta di adesso, adesso meno; no no nò adesso meno, grazie. Questo pensiero irrazionale é causato da un trauma cumulativo e non esplosivo (un traumettino oggi, un altro traumettino che si appoggia sul primo e lo veste bene bene e quindi lo porta, e così via).
Mica come il trauma esplosivo, quello classico -che quando si dice "trauma" e basta ci si riferisce a quello- tipo "a quattro anni son entrato in camera loro senza bussare e mi sa che papà e mamma facevano la lotta ma non mi ricordo bene mi sa che erano nudi e che stava vincendo la mamma" o "a sette anni pensavo che volevo rubare una mela e sullo stradone di fronte a me una donna é caduta dal motorino e c'era molto sangue e basta io con i furti, la frutta e i furti di frutta ho chiuso" (mi sembra in seguito devo pure aver sognato di svaligiare un fruttivendolo e che poi c'era stato il terremoto. Non mi fate girare i coglioni che se no sottraggo a qualcuno della macedonia e sono cazzi vostri).
Insomma, a parte le cose scientifiche e oniriche e ortofrutticattoliche, ho pensato Che bello voglio scrivere questa cosa e chissà cosa succederà e cosa mi metterò a scrivere e come finirà!, che non é che sempre si sa come va a finire, dove ti porta scrivere, e comunque pensavo Ma tu vedi ora mi ci calo, mi calo in questo pensiero irrazionale e mi puccio nella paura e ci gioco e lascio che le parole la nominino e che il doverla descrivere mi faccia pure mettere le cose anche in fila, mi faccia scegliere una sequenza minima, ma mica un cristone di raccontone, anche un cristino di raccontino va bene! e continuavo a pensare Ma che culo, ma tu dimmi se uno -cioé- si deve ritrovare che può fare questa cosa e non ci aveva mai pensato ma poi io ora -eh eh- la faccio ed é tipo un'autoterapia e chissà dove mi porterà e come verrà e come ristrutturerò questo significato di questa paura che era nera nera ma ora mi sto chiedendo già come vestirla, che sensazioni darle! e concludevo Sarà comunque utile, che bello lo faccio son gasato -ah ah, sì sì- lo faccio!

Poi ho scoperto, leggendo le notizie, che quello che quella paura descrive è successo a un'altra persona, davvero, e ho smesso di respirare.

Allora ho pensato Adesso scrivo che volevo scrivere una cosa sulla paura dovuta a un pensiero irrazionale dovuto a un trauma cumulativo ma non lo so se riesco perché ho avuto un trauma esplosivo mentre pensavo di scriverla, tant'é che ho smesso di respirare.

Per ora funziona.