mercoledì 28 ottobre 2009

Dal Broadcasting al Narrowcasting

Le informazioni che arrivano con i mezzi "tradizionali" come la TV ti vengono versate addosso; hai poca scelta, se non apparente, e il mezzo comunque influenza il messaggio con la sua grammatica e le sue briglie tecniche.
Sei esposto come in occasione delle Comunioni dei cuginetti, a 8 anni, ai baci delle parenti ciccione, che ti lasciano intriso di profumo troppo forte per le fanciullette narici e virgole di rossetti smodati.
La fruizione televisiva ti costringe a camminare in linea retta su un marciapiede pieno di merde di cane, ma magari lo sai, che ne pesterai un sacco, sei preparato, hai già pronti bastoncini per rimuovere il grosso delle feci canine dalla suola, un rubinetto all'aria aperta, la spazzola di plastica e il sapone da panni. E via.

Le informazioni che ti cerchi e selezioni con mezzi come internet ti permettono invece di fare un percorso personale, più responsabile - certo ci vuole più impegno, eh, ma lo sai per esempio il tempo utile che guadagni elidendo la televisione dalla vita? - e puoi zigzagare tra le merde di cane anche se il bello della democrazia è anche che delle merde che rischi di pestare ma non pesti t'arriva l'odore (sempre meglio del profumo delle parenti a 8 anni, per carità).

Poi delle volte l'informazione metaforicamente merda di cane te la vai a cercare consapevolmente, magari ti dicono "Osta, c'è gente che apprezza 'sta unità comunicativa, non solo il mezzo ma quello che viene detto, e pure chi lo dice. Va' a vedere, va', che storia." e allora te la vai a cercare, la punti bene, puzza meno perchè t'hanno avvisato, ci affondi la scarpa e ne assapori consistenza e densità, non scivoli più di tanto - altri cascano e si trovano smerdati un bel po' ma a quel punto mica se ne accorgono, mica lo possono ammettere, quindi lo rimuovono, magari - e pensi "Questa cosa a cui ho assistito è stata proprio una merdata!".

Solo che, occhio, volevo avvisare che se non sei abituato come prima, ci metti di più a fare l'operazione bastoncino-lavata-spazzolata-sapone-risciacquo.

Almeno, io dopo aver pestato l'intervento trasmesso ieri, ci sto mettendo un sacco.

venerdì 23 ottobre 2009

Pensami, Amore

Pensami, Amore,
quand'il mondo misuriamo, e coi nostri passi;

pensami, Amore,
quand'il naso ti punta una nuvola, e ciò che sembra;

pensami, Amore,
quand'il colore anima il foglio, e la forma si svela;

pensami, Amore,
quand'un tuono ti riporta bambina, e cerchi un nido;

pensami, Amore,
quand'il freddo prova a entrare, e cerchi un tepore,

pensami, Amore,
quand'un futuro del mondo cerchi, e che ti somigli.

Pensami, sempre,
o forse è troppo; pensami quand'hai già pensato
a esser te stessa, per poi potermit'avvicinare.

Pensami, magari,
metà tempo sì e metà tempo no, ma forse è
ancor troppo.

Pensami, forse,
ogni tre-quattro ore. Facciamo ogni cinque;
è più ragionevole.

Forse, Amore,
è meglio che metti la sveglia nel cellulare;
menù, strumenti, sveglia e la dovresti
trovare.


Ah, dipende dal modello; prova a smanettarci.



No, la suoneria non m'importa, fai tu.

giovedì 15 ottobre 2009

Ad personAnt



Questo è un post Ad Personam su The Ant, o simili, o ciò che decideremo con il forse co-sceneggiatore, per un nuovo fumetto.

La mano sinistra superiore, fa il gesto di cui sai.
Le mani inferiori sono in tasca anche se è nuda; si è fatto incidere i fianchi, perchè Ant è così pigro che vuole tenere la mani in tasca anche da nudo (cit. dal DioDeiFumettisti).

Per gli altri che leggono, solo due cose:
  • "Chissà se le formiche sono solo bene organizzate o veramente amiche?" Ecco, chi indovina per primo di chi è questa frase, gli pago una birra se il fumetto The Ant andrà in porto e se ci si vede.
  • Nessuno (e intendo dire nessuno) commenti "ma le formiche c'han le zampe, mica le mani...", perchè Ant è un tipo piuttosto incazzoso. "Zampette", "Zampine", "Zampuccie" e qualsiasi altro diminutivo o vezzeggiativo saranno considerati aggravanti.
"Zampogne", al limite.











"Zampogne"?!

martedì 13 ottobre 2009

Teometria piana

Dice che eravamo a Roma con Donna Meraviglia.
Dice che telefono al MioGrande; come sta, se ha fatto i compiti...
Dice che li ha fatti e che adesso scrive le poesie con NonnoVario.
Dice ho scritto questa:

"Per Dio per la Madonna per 3,14."

Dice che ho chiesto "...sul quaderno di italiano?!"
Dice che mi ha risposto "Babbo stai tranquillo, che al nonno gli ho fatto firmare che è impazzito."

Ah, beh, oh: allora sto tranquillo.

mercoledì 7 ottobre 2009

Serenescenza

C'era 'sta panchina, che poi l'han tolta, e c'erano 30 anni, da oggi.

Sulla panchina sul lungomare da aprile a settembre vivevano Leone, Gocci e Pistola, che erano vecchi, e tacevano tra di loro guardando dritto e ogni tanto si vedeva una delle bocche muoversi e le altre due ridere.

Leone aveva un sacco di capelli, di barba e di peli ingiustificati che gli abitavano le parti scoperte del corpo, e velavano una pelle solcata come il greto di un fiume in secca. Non l'ho mai sentito parlare, l'ho sentito sbadigliare e ridere che sembrava un temporale in avvicinamento, con il palmo destro sul bastone tra le gambe allargate e il palmo sinistro sul dorso destro.
Fermo, zitto e ipertricotico.
Leone, appunto.

Gocci aveva un indice rotto da piccolo e mai steccato; aveva calcificato male e rimaneva sempre dritto, ma non l'aveva mai puntato contro nessuno. Aggiustava le biciclette, nel tempo libero che la panchina gli lasciava, e che ci mettesse 10 minuti o 4 ore, sul sellino il prezzo della riparazione scritto a gesso era sempre 200 lire. Poi gli han detto che era poco, e allora era sempre 500.
Una volta in vespa aveva perso la moglie al passaggio a livello e se n'era accorto a casa.

Pistola aveva una coppola e una moglie che andava in giro con la cassetta del pesce sul manubrio, a vendere, però non ci andava d'accordo e allora di giorno da ottobre a marzo viveva nella cucina di Gocci. Però non parlava tanto e allora stava seduto zitto e fermo di fianco alla macchina da cucire, faceva parte dell'arredamento. Gocci delle volte si girava verso di lui e gli diceva "Pistola, bisogna che ogni tanto ci vieni a trovare." e lui rispondeva "Eh, ogni tanto verrò." Pistola non lo so come si chiamava davvero, noi bambini lo chiamavamo "Signor Pistola", e lui si stimava tanto.

La panchina poi l'han tolta quelli del Comune, ma tanto Leone, Gocci e Pistola erano morti da quel po', e tra l'altro in quest'ordine. Qualcuno di qui ne ha svitata un'altra dal suo posto, presa in prestito e messa lì, dove è ora e non la tocca neanche il Comune, perchè lì da aprile a settembre vivevano Leone, Gocci e Pistola.

venerdì 2 ottobre 2009

Un mare di originalità



Oh, ecco.
Cominciamo col dire che l'idea l'ho presa da uno bravo, ma bravo veramente, questo qui; mi sembra essere pure un tipo sensibile ma piantato, con una bella visione del mondo.
Però mi trovo più bello, per cui l'invidia per la sua magistrale bravura mi si stempera un attimo e quindi vi invito a guardare i suoi fantastici fumetti.

Poi. Mi rendo conto che il mare non è proprio un argomento originalissimo, ma è colpa mia se i due terzi del globo son sommersi?! Se volete gli originaloni ad ogni costo, stasera qui non ce n'è.

Poi poi. Ci sto di fronte, e ora se ne sente il rumore dal terrazzo, passata anche de facto l'estate.
Mi chiama, quando voglio fare il pieno di orizzonte e quando di giorno e di notte vado a raccontargli i miei scazzi, e mi ricorda come son piccolo, ma/e che lui c'era e ci sarà. Sempre.

Di quante cose o persone lo si può dire? Beh, di lui, sì. Forse sporco, forse nemmeno tanto bello, forse troppo raccontato. Come questo disegno, però c'è.

E ne avrei un sacco, da dire sul mare e dalla portata metaforica non indifferente.

La prossima volta mi sente.