lunedì 22 novembre 2010

venerdì 19 novembre 2010

Tempi duri

Fosco faceva il cuoco. Era bravo.
Lo faceva per passione anche se era il suo lavoro.
Aprire una buona bottiglia, mettere su un po' di musica, gustare il colore di quello che avrebbe cucinato e creare l'atmosfera traquilla e incantata necessaria  al buon cucinare erano le cose quanto più possibile lontane da lui.
Fosco iniziava a bestemmiare e tirare madonne già al mercato, quando faceva la spesa, e disprezzava il rosso del pomodoro, la consistenza della bistecca e il bianco del vino in cui avrebbe sfumato le sue pietanze.
La cucina era un coacervo di malumore e acredine, dove Fosco sfogava il suo astio rumorosamente contro pentole, fornelli e ramaiole.
Fosco amava Ada, quella del guardaroba. Ada era una troia, sempre per passione.
Al momento si scopava a ragion veduta quello che parcheggiava le macchine, un paio di vicini di casa, il postino e, quand'era particolarmente annoiata, la propietaria del negozio di animali.
Fosco un giorno andò da lei con un piatto del suo famoso Minestrone Imperiale e le disse Vuoi assaggiare, sciacquetta? e lei rispose Se ti faccio una sega ti cavi dai coglioni subito?.
Lui si voltò, si avviò verso la cucina e gridò Vacca.
Si sposarono e vissero felici 37 anni.
Ebbero un figlio bravissimo con i numeri, che da piccolo voleva fare il commercialista ma poi diventò astronauta.