martedì 26 gennaio 2010

Barbareschi, sei un grande!



Barbareschi, te sei un grande, Barbareschi!
(tu e gli autori, adesso, non mi fate i precisini, per favore-dai, Barbareschi; io se voglio scrivo benissimo, tutto ciò che scrivo qui è sgrammaticato se e perchè lo voglio, Barbareschi, fatevi un giro nel blog. Chissà se è così anche per tutti quei colleghi parlamentari, Barbareschi)

Te, Barbareschi, non m'avevi mai detto molto, te lo devo confessare. Non dividevo i film in "con Barbareschi" e "senza Barbareschi" (neppure "toh, ve': c'è pure Barbareschi."), per esempio.

Ma andiamo con ordine, Barbareschi: in TV, hai usato 4 battute del posto dove scrivo e faccio il moderatore assieme ad altri amici, eh, Barbareschi. Mica hai citato la fonte, Barbareschi.
Quando te l'han detto, Barbareschi, hai detto che il programma è crossmediale e che proprio la gente della rete non doveva dire nulla sul diritto d'autore, Barbareschi.

Sei un grande, Barbareschi! Perchè difendi i tuoi autori che, invece di lavorare, stavolta per un po' han cazzeggiato su internet, Barbareschi. Oppure l'hai fatto apposta per polemizzare con quelli del miglior blog satirico della rete e avere pubblicità: mitico Barbareschi! (certo, Barbareschi, che voi del Partito dell'Amore le inventate tutte per farvi volere bene, eh, Barbareschi! Poi, si sa, i media li usate da dio, ne sapete a pacchi, voi, Barbareschi!)

Poi quella cosa del "crossmediale", Barbareschi, è strepitosa, perchè "crossmediale" non è mica un termine che esiste, è un barbatrucco, Barbareschi! Visto?! Conveniva, non fare i precisini, eh, Barbareschi.

Inoltre la cosa dei diritti in rete, Barbareschi, è bella bella bella, suona "se lo fanno loro, - cosa che peraltro non è, è proprio una roba diversa, ma fai bene a far finta di no, Barbareschi - lo faccio anch'io, però presento leggi contro." Una variazione sul tema del tuo capo "Non sono un santo. Mara, la legge sulla prostituzione è pronta?" Sei un grande, Barbareschi!

Poi, Barbareschi, in questi giorni burrascheschi, ho letto "Barbareschi" un tottilione di volte; per un personaggio TV, risvolti principeschi, Barbareschi!
Meno male, Barbareschi, perchè con quei 23.000 lordi al mese da parlamentare, come dici tu, è dura campare, Barbareschi. (sì, Barbareschi, questa era populista, Barbareschi, pardòn)

Te sei un grande, Barbareschi!

Barbareschi, hai notato che una parola ripetuta un sacco di volte perde senso, Barbareschi?
Anche se già non l'aveva.

lunedì 18 gennaio 2010

La musica del Diavolo

Loquerion era un demone amante della musica.
Per questo, tra l'altro, agli inferi lo pigliavano per il culo non poco.
Il 18 gennaio del 1936 si stancò definitivamente dei lazzi dei colleghi e decise di agire: mentre quel porco di Mastema e quell'efebo guerrafondaio di Gremory lo stavano cantilenando, svanì in una nuvola di zolfo. Riapparve, come da sua intenzione, in città.

Si incarnò in un troione fatto e finito, labbra carnose (tutte), seno da distrazione cagionante incidente stradale, boccoli neri su occhiate grigio-verdi, ciccia giusta nei posti giusti ('ché a nessuno, sia chiaro, piace stendersi su un crocifisso). Però fine.
Un circo a tre piste del piacere sensuale: varietà, fantasia e intrattenimento.

Loquerion si diresse in fondo alla via, svoltò l'angolo, causò la perdizione eterna e problemi alla salivazione di non pochi passanti ignari e puntò dritto all'omino che, di spalle, camminava lesto lesto verso casa, raggiungendolo in poche sinuose falcate.

"Ciao."
"...b-b-b-buonasera signorina."
"Ti voglio, sai? Facciamo l'amore, ti va?"
"Le sei e mezz...COME?!"
"Ti voglio, Luigi, vorrei fare l'amore. Ti va?"
"...ma, io -cioè- stavo... ...a casa, io -sa- dovrei... ...perché mia moglie... Come sa il mio nome?!"
"Ti guardo da tempo. Ho chiesto di te al bar fuori dalla banca in cui lavori. La passione che provo per te è inspiegabile e mi travolge. Oggi ho finalmente trovato il coraggio per dirtelo. Ti va?"
"...guardi, lusingato, ma io -anche, eh- tra un'ora... ...la cena..."

Loquerion si avvicinò a Luigi e lo guardò dritto negli occhi. Questo lo fece capitolare; per la precisione, questo e svariati decigrammi di lingua nell'orecchio, portati con abile mossa subito dopo lo sguardo.

Fecero l'amore per ore e Luigi rincasò verso mezzanotte, trovò la moglie furiosa e fu relegato, ancor stralunato, sul divano. Sua moglie Rosella aveva preparato una bella cenetta perché si sentiva romantica e, senza l'intervento di Loquerion, forse quella sera avrebbero fatto l'amore, lei e Luigi.

E invece no, e così non nacque il primogenito di Luigi e Rosella: Silvio.
Ora Loquerion non è più un demone e suona l'arpa.

domenica 10 gennaio 2010

Aria

Sarebbe colpa mia, sarei la causa scatenante, allora.

Ma in quanti hanno fatto sì che io fossi qui, a fare ciò che sto facendo? Che sistema mi hanno creato, attorno, quanto è stato comodo o conveniente far finta di non vedere, tollerare l'intollerabile? Quanti interessi ci sono dietro ai miei movimenti, al mio continuo girare su me stesso, al mio folle tragitto?

Eppure, corro verso il mio destino, e questo non mi impedisce di godere dell'aria fresca che mi lambisce.

Come tutti, ho visto la luce e sono andato avanti; ora, il tempo e la strada percorsa mi rendono più lento, ma non rallenterò fino a fermarmi, non cadrò a terra.
Il mio viaggio si interromperà bruscamente, per gli interessi e la volontà di altri, ma non diventerò un simbolo; sarò dimenticato e altri come me verranno, per essere usati e dimenticati a loro volta.

Quest'aria fresca è magnifica, mi carezza i lineamenti e mi accompagna verso la fine del viaggio: la gamba del nero che sta scappando.

Quest'aria fresca.
Una delle rarissime cose belle, nella vita di noi proiettili.

domenica 3 gennaio 2010

Stiamo da Dii

Quella volta, Dio si svegliò tardi. Aveva messo la sveglia a eternità meno un quarto, ma poi si era alzato a eternità e venti, quasi eternità e mezza.
Infilati i divini bragoni e i panneggianti divini zinnaloni, si mise a sedere e contemplò tra sé e sé non si sa esattamente cosa, lasciando passare qualche eternità e, nel contempo, battento svagato i divini polpastrelli di indice e medio della mano destra sul divino dorso della sinistra.
Poi immaginò un telefono - che comparve - e compose un numero. Che sbagliò, giusto per il gusto di far scricchiolare qualche dogma sull'infallibilità; s'era svegliato mattacchione.
Compose nuovamente il numero ed attese.

"Pronto."
"Pronto, ciao Allah, sono Dio."
"Lo so, sono dio anch'io. E poi, quando mi compare un telefono di fianco di solito puoi essere solo tu. Buddah usa i segnali di luce e Manitù quelli di fumo. Allora, o la smetti di schermarti la divina mente o mi dici perchè m'hai chiamato."
"...è che mi annoio, Allah."
"Santi Noi, Dio, non ti mettere a creare cose a caso, così, solo per farti adorare, come l'altra volta..."
"...no, no... E' che... Non mi diverto più, non mi sento a posto, completo, ho come un'inquietudine, un'insoddisfazione di base... Non son più tanto convinto di ciò che faccio..."
"Dio, è un pezzo che fai poco e niente. Hai abbassato il volume delle preghiere quasi a zero e lasci tutto a quelli a cui hai affidato il franchising, giù. Con la storia del libero arbitrio, poi, non ti pigli neanche la responsabilità della predeterminazione. Mi stai dicendo che hai problemi di autostima?! Meglio: che non credi in te?! Mi fischiano le divine orecchie a pensare al paradosso teologico. Dio, vuoi prove della tua esistenza?!"
"...ecco, vedi, è questo il punto, Allah. Con noi non si può scherzare."
"Come?!"
"Ci prendiamo così sul serio... Ecco, Allah, io ho deciso di darmi all'umorismo."
"Dio, tu come senso dell'umorismo stai messo - con divino rispetto, eh - come Confucio a mezze misure. Cioè, dai, Dio, le cavallette, il diluvio, l'oro fuso del vitello versato nelle gole degli idolatri, un figlio crocifisso, svariate crociate, l'inquisizione spagnola, la Binetti, la morte di tutti i primogeniti, il casino per il frutto della conoscenza addentato da quel poveraccio nell'Eden, la dannazione eterna... Ma che cosa vuoi senso dell'umoris..."

"ALLAH!"
"Che c'è?"
"Ti dichiaro guerra nel nome dell'Unico Vero Uomo."
"..."
"..."
"Ah-ah. Ah Ah AH! AHAHAHHAHAAAAHAHAAAHAAHAMBWUAHAHAHAHA!"
"Ahahahahahahhahaah!"
"Ah... ahaahahh... ...fffiù, oh DioddDioddDio..."
"Eh eh eh..."
"...ma pensa te. Va a cagare, Dio."
"Ciao Allah, ci si appare."
"Ciao Dio."