mercoledì 31 marzo 2010

Un garbato sfogo post-elettorale



Disegni al volo per sfogarsi.
Va bene, è andata così.
Vuol dire che, allora,
davvero non ci fa
schifo niente.

State bene,
a poi
poi

P.S.
Trionfo del Pdl. Il cancro ci rimane malissimo.

giovedì 25 marzo 2010

Re: fusi



"...pronto? Sono io."
"Ah, ciao. L'hai sentito?"
"Certo che l'ho sentito; devi stare più attento."
"Ma sì, dai, non farla grossa."
"Non farla grossa un paio di palle; una cosa è quando ci mandiamo le bozze tra di noi e facciamo gli scemi, un'altra è cosa gli mandi da leggere."
"Eppure mi sembrava che ti divertissi anche tu."
"Certo che mi diverto a inserire nei suoi discorsi roba tipo Vinceremo retroattivamente i Mondiali dell'86 e del '90, Potrete mangiare fritti a strafottere e non ne risentirà nè la linea nè il colesterolo o Avrete orgasmi da venticinque minuti, ma se poi tu non controlli cosa gli invii e restano dei refusi che lui legge, rischiamo grosso."
"Ma cosa rischiamo?! Lo sai a memoria anche tu "Psicologia delle Folle" di Le Bon, il libro che Goebbels teneva sul comodino; dai al popolo un nemico che lo unisca, un officiante altamente caratterizzato, una scenografia con elementi verticali, ragionamenti semplici, populisti e dicotomici ripetuti ossessivamente tramite slogan e gli vendi qualsiasi cosa... Questi si son bevuti addirittura che lui non sapeva che le donnine che si faceva fossero pagate!
E poi è stata anche sfiga; di solito va a braccio, stavolta ha buttato l'occhio ed ha letto."
"Ma Sconfiggeremo il cancro in tre anni va direttamente sulla sofferenza delle persone, delle famiglie, è veramente troppo grossa, potrebbe succedere che..."
"BASTA. Forse s'è pure reso conto, se l'è giocata bene, ha detto Vogliamo anche vincere il cancro, ha usato una forma poco impugnabile.
E poi noi siamo i migliori sul mercato. E io meglio di te, infatti ho la responsabilità dell'ultimo invio dei discorsi, direttamente a lui. Stavi pulendo il ripostiglio e ti è saltata addosso la coscienza?! Beh, fai come me quando mi succedeva: togli tutti gli specchi da casa e fai l'estratto conto ogni quarto d'ora. Vedi tutti quegli zeri?! Vedrai che passa.
E. Stai. Tranquillo."
"Sarà come dici tu. Lo faccio subito, va là, ciao."
"Ciao. ...ah!"
"Che c'è?"
"Stai tranquillo, dai, ricorda che La crisi è solo psicologica."
"Eh eh eh... Sei diabolico."
"Grazie."

martedì 16 marzo 2010

E' merda

"Buongiorno dottore, posso?"
"Si accomodi, buongiorno. Che posso fare per lei?"
"Son sempre più stitico e sempre più gonfio."
"Cioè, lei non va di corpo e si sente molto gonfio, mi par di capire."
"No, io la cacca la faccio tutti i giorni."
"Non la seguo."
"Vede, io vado in bagno con estrema regolarità. Io e la regolarità con cui mi reco alla toilette siamo accompagnati da un quotidiano. Per anni le mie funzioni fisiologiche sono durate invariabilmente lo stesso numero di battute di stampa. Ora invece durano sempre meno, e io mi sento sempre più gonfio."
"Lei mi sta dicendo che è... ...direi, improvvisando un'espressione... ...uno "stitico cumulativo" e non "esplosivo"? Cioè, lei -mi passi il francesismo- caga quotidianamente, ma caga ogni giorno di meno?!"
"Sì, è mio fondato sospetto. Ogni giorno un pezzo d'articolo, mezzo editoriale o due segni zodiacali che siano, ma cago per una quantità sempre minore di battute di stampa, rispetto al giorno precedente. Faccio meno cacca pur mangiando uguale. Come mai, secondo lei e -gradirei sapere- secondo la scienza medica tutta?"
"E' la prima volta che sento una cosa del genere e penso di poter affermare che non ve ne sia traccia nella letteratura scientifica di mia conoscenza. Ci penso."
"Grazie, lo apprezzo molto."
"..."
"Allora?"
"Ci sto pensando."
"Ah, grazie, mi scusi."
"..."
"Ahem..."
"Ci sono."
"E' grave? Mi dica, sarò forte!"
"Secondo me, lei è parzialmente regredito alla fase anale freudiana."
"Prego?"
"Lei trattiene -ma quotidianamente e parzialmente- le feci per provocare autogratificazione. La fase anale va normalmente da uno a tre anni di vita di un bambino; secondo Freud in questa fase il bisogno di defecare crea tensione, alleviata contemporaneamente da tale stimolazione anale e poi dalla defecazione. La tensione e conseguente riduzione della tensione producono piacere. Solo che lei quotidianamente accresce la tensione iniziale e secondo me questo è un adattamento reattivo a quanto appreso quotidianamente."
"Me lo rispiegherebbe, per favore, Dottore? E' grave?"
"Lei fa ogni giorno meno cacca, nel senso che ogni giorno ne trattiene un po' di più e non la lascia andare. Questa cosa mi ricorda una roba psicoanalitica secondo la quale trattenere la cacca e poi farla darebbe gusto, da piccoli piccoli. La cosa la gratifica un po', in reazione a quanto letto. Solo che poi non la fa mai tutta."
"Mi farebbe un esempio, Dottore? E' grave -mi dica la prego- è grave?"
"Trattiene poca cacca ogni giorno per avere gratificazione. Per esempio. Lei va in bagno col suo bravo quotidiano, legge che chi ha nascosto denaro allo stato tenendolo all'estero può farlo rientrare pagando poco alla faccia degli onesti, e lei trattiene della cacca. Oppure legge che un ragazzo portato in carcere sano ne esce dopo pochi giorni morto e che dopo cinque mesi ancora non si sa di chi sia stata la responsabilità, e lei trattiene della cacca. O potrebbe leggere che per vari equilibri e robe di bicamerali non si è mai fatta una legge sul conflitto di interessi, e ancora potrebbe trattenere della cacca. O si potrebbe trovare a leggere che persone molto importanti non si fanno scrupolo a cercare di far chiudere trasmissioni con cui non sono d'accordo pur sostenendo che le televisioni non spostano voti, e lei tratterrebbe della cacca. Solo che poi non la fa. E si cumula, dentro di lei."
"Ogni giorno mi riempio di più di merda?! Dottore, mi dica -cazzo, la prego!- è grave!?
"..."
"DOTTORE, E' GRAVE?!"
"Se è grave, non lo so.
A livello di adattamento evolutivo all'ambiente e soprattutto di tattica mimetica, è una meraviglia."

domenica 14 marzo 2010

"99"

Bòn, di solito qui funziona che metto titolo, disegno (se c'è) e testo. Questa volta è diverso; i disegni sono la descrizione un po' incasinata di pensieri ed eventi che mi son saltati addosso, e son 4 tavole.

Si intitola "99 - Soliloquio a 3 voci". Le due voci ulteriori nel soliloquio vengono da fuori perchè vengono da dentro; sia quella che proviene da sinistra (in senso medioevale) che quella che proviene da destra (in senso liberatorio).

Per riuscire a leggere, cliccate in sequenza sui disegni sotto. Poi, lasciatemi un'impressione su questo esperimento; ne sarò contento. Oppure cliccate, leggete e non lasciatemi niente, ne sarò contento lo stesso.
Ma già siete qui che leggete, per cui son contento.

A livello di contentezza, insomma, oggi vado via con un pezzo di pane, nevvero?
Buona lettura,
state bene






giovedì 4 marzo 2010

mercoledì 3 marzo 2010

Assenze

E allora, eran quasi 20 giorni che non scrivevo, qui, e non mi era mai successo. Quel casino al lavoro, quel lavoro per il libro, quella trasmissione, quel forum: ho scritto un sacco, tranne che qui.

E dire che avevo già cose quasi pronte, tipo il racconto su Camelia Bellasperanza -la donna che parla di continuo, ed era pronta anche la di lei vignetta- o la storia della più grande rock'n'roll band immaginaria mai esistita -con tutti quegli aneddoti un sacco risibili, tipo il cantante ancora in fasce che strilla e le infermiere della maternità che gli buttano i reggiseni nella culla emettendo gridolini- o la vicenda dei due fidanzati, con la Lei della coppia che decide a un certo punto di parlare includendo nel dialogo le didascalie. E altre cose. Però, poi...
Però, poi.

E secondo me esiste un luogo non-luogo dove stanno i personaggi immaginati ma ancora mai raccontati; se ne stanno lì e aspettano, si parlano e fanno conoscenza. Cambiano, anche, crescono o si ridimensionano; ti può capitare -per dire- che se vai a ripescare il personaggio di un raccontino da poche righe quello ha più da dire di un altro immaginato per abitare molte molte pagine.

Per me questo luogo si trova tra quello della musica mai ascoltata e quello delle parole mai dette (di fronte a quello dei disegni mai fatti o visti, però un poco più a lato).
Poi, i personaggi che abitano ora o abiteranno per sempre questo luogo: chi sono io, ora, per disturbarli?