Il dubbio iniziale di molti fu tra l'essere divenuti sordi o muti.
Perché s'era visto da quasi subito, che chi stava ascoltando d'un tratto non capiva chi parlava, e chi parlava vedeva dalle espressioni dei suoi interlocutori che questi non capivano più.
Non s'è mai saputo, probabilmente erano diventati sordomuti.
Doveva essere stato tutto quel parlare, tutto quell'ascoltare,
quella continua fuga dal silenzio.
La gente ingrassa perché è programmata per mangiare più del suo bisogno, quando ce n'è, perché poi la natura non è che il giorno dopo ti garantisce di nuovo da mangiare.
Alcuni ci muoiono, per anni di troppo mangiare.
La gente però è anche programmata a sfuggire il silenzio, a farsi tribù, quando ce n'è, perché è più facile sopravvivere.
D'un tratto, ognuno con se stesso, di fronte al proprio silenzio.
A vedere se un po' si piaceva da solo o se aveva bisogno del continuo sguardo degli altri addosso, a prendersi la responsabilità dei propri pensieri, della propria sola visione del mondo.
E quei due bambini sulla spiaggia, lui a dire con gli occhi a lei, che ha ancora un dito nella sabbia,
"grazie, che mi hai disegnato un'onda."
Sssh.
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Complimenti.
RispondiEliminaE' uno di quei racconti che ne vorresti ancora.
Vero, è bellissimo! :)
RispondiEliminaGià, davvero un bel racconto.
RispondiEliminaNon so perché, poi, mi ha fatto tornare in mente il mito della caverna di Platone. Forse perché anche nel momento in cui si trova la voce gli altri non sono abituati ad ascoltarla e, di conseguenza, preferiscono il silenzio.