sabato 12 aprile 2014

Vado a Milano.

Vado a Milano. Io, tutte le volte che vado a Milano - che, finora, non son mica tante - mi ricordo che Milano era un viaggione, fino a pochi decenni fa, che al massimo la andavi a vedere in viaggio di nozze. Ma se proprio eri uno a cui piacevano le destinazioni esotiche, se no - normalmente - arrivavi tipo fino a Faenza, Ravenna, Bologna - al massimo - se volevi fare lo sborone.
Milano, noi di mare abbiamo iniziato a andarci verso la fine degli anni '50, primi '60, perchè da noi stava partendo il turismo grosso e a Milano c'era la Fiera Campionaria delle Attrezzature Alberghiere.
Poi sui giornaloni di Milano uscivano questi articoli un po' scherzosi, che raccontavano della città invasa da questa umanità un po' particolare, un po' agreste.
Me ne ricordo uno, che ha portato a casa mio zio una volta, un articolo che raccontava con quel tono di scherno bonario dei forestieri che avevano raggiunto la Fiera Campionaria delle Attrezzature Alberghiere.
C'era anche una foto in bianco e nero, che diventava quasi seppiata, su quella carta: ritraeva un signore sorridente e tondotto, seduto su un muretto - con le gambe stese - le scarpe appoggiate lì di fianco, vicino a un paio di bicchieri di vino. In mano, tipo una coscia di pollo.
Una donna riccioluta, seduta a fianco a lui, gli stava porgendo dei tegami e rideva.
Ecco, quelli lì nella foto, erano i miei nonni.

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