venerdì 22 maggio 2015

Uomo in mare! Anzi, due.

Sto messo male.
Sono settimane che tiriamo, al lavoro e a casa, e tagliare tutte le siepi attorno a casa - da solo - mi ha regalato dolori ovunque, il giorno dopo. Però qui, non son giorni in cui scherzare: han messo vento a quasi 50 km/h da NNE, per circa tre giorni consecutivi. Se stai sul mare, vuol dire Se hai qualcosa di ormeggiato e non è in porto, tira su tutto. Oppure aspetta e tirane su i pezzi, dopo. Allora chiedo aiuto a mio figlio grande, che di mestiere - al momento - fa il ragazzino. Ho bisogno di una mano  a tirare su il moscone, e lui, quando glielo dico, facon la testa.
Lo guardo, mentre andiamo a spiaggia. Porta il carrello al posto mio, con una mano, cercando di imitarmi. Ha più chili di quelli che dovrebbe, addosso: è stato invaso dall'apparire di un fratello piccolo, una decina di anni fa, e da tutte le richieste e aspettative della scuola. Così, non volendo farlo a parole, ha allontanato gli altri ampliando un po' i confini del suo stesso corpo. Cammina molleggiando sulla parte davanti dei piedi, con l'incedere dei bambini che trotterellano, ogni tanto.
Gliel'ho detto, che ero un po' mal ridotto, ma forse aveva avuto il dubbio che lo facessi per coinvolgerlo.

Si offre di entrare lui, in acqua, a prendere il moscone, ma gli dico che ci penso io. Mi vede, da lontano, che mi dà fastidio l'acqua fredda, anche se - di solito - non mi dà mai fastidio. Gli avevo detto che il moscone l'avrei portato a riva, ma gli faccio segno che mi sarei lasciato scarrocciare fino alla spiaggia, e che mi segua sulla battigia, col carrello.
Vetroresina e legno toccano la sabbia, e Alziamolo e Mettiamo sotto il carrello e Fai forza lì e E' fuori, è fatta e Spingiamo, dài.

Ogni tanto zoppico, ogni tanto ho una fitta, e lui mi aiuta.
Poi, succede che abbiamo finito, che non ho più bisogno del suo aiuto. Ci incamminiamo per tornare a casa e lui porta il carrello con una mano sola, ma a modo suo.

E ha paura.

Avevo bisogno, ero malridotto: era vero, allora. Un padre forte, per qualche decina di minuti, aveva lasciato il posto all'anteprima di un uomo più vecchio, a cui fanno male i muscoli e a cui si piegano le ginocchia.
Cerca di parlare di altro, ma si vede, che combatte tra l'orgoglio di essere stato determinante e la paura di diventare pian piano più forte di me.

Fai bene a imparare queste cose - interrompo i suoi pensieri - così, se ti rimarrà la passione, se andrai in moscone da solo...
Tra quattro o cinque anni... - risponde.
Anche prima. Quando vorrai tu, quando ti sentirai pronto. - gli dico.

E mi cammina di fianco che sembra già un po' più magro, e va dritto, posando bene i piedi per terra, passo dopo passo.

1 commento: