martedì 18 gennaio 2011

E dire che era ateo

La notte, studiava da pipistrello
perché ogni giorno era meno bello.

Un mattino guardò il passato
e lo trovò piuttosto perdonato.

Alle nove aveva smesso di fumare,
alle undici aveva smesso di mangiarsi le unghie,
all'una era a dieta e
alle tre aveva trovato lavoro.

Verso l'ora di merenda lo impattò il destino
che quella volta aveva la forma d'un camioncino.

L'autista provò a evitarlo pestando sul freno
ma non ci fu modo e lo prese in pieno.

La carrozzeria s'era accartocciata,
i cristalli erano in frantumi,
il furgo era cappottato e
l'autista lasciava due bambini, una donna e un cane.

Lui invece continuò a camminare come niente, pur senza capire in che maniera
Dio avesse pensato No, adesso voglio vedere cos'altro fa entro stasera.

6 commenti:

  1. Mi piacciono le filastrocche
    che le poesie spesso son sciocche
    perché hanno troppe pretese
    e quindi se ne vadano a quel paese
    e anche se pare una cosa cretina
    perché la prossima non la fai tutta in rima?

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  2. Perché proprio la poesia
    non c'è mezzo sia roba mia
    per cui sì al limite filastrocche
    di parole assieme a ciocche
    tra quelle che più che selezionare
    mi continuano a scappare.

    (sempre meglio dei Baustelle comunque, secondo me)

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  3. dovesse servire un testimone per l'assicurazione...
    prezzi modici eh...

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  4. A occhio e croce verso le 18,37 avrà indetto un referendum minacciando di lasciare l'Italia in caso di vittoria dei no.

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  5. Senza offesa Van, ma ci vuol poco a far meglio dei Baustelle...

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  6. @ G9: oh grazie ci conto eh.
    @ Silas: poi ha portato il maglioncino in tintoria. La tintoria è in Polonia.
    @ Vaniglia: sì! Esatto! Ci vuol poco!

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