domenica 6 settembre 2009

Non ce la poteva fare

Se ne rese conto.
Il tempo significa e fa fare bilanci.
E così decise di reagire a ciò che era.

Mai più voleva avere la sensazione di vedere da fuori vita, amore, liti, riappacificamenti, malattie e guarigioni.

Mai più voleva pensare di non aver scelto la musica che ascoltava, gli odori che sentiva, le persone che discutevano e scambiavano idee di fronte a lui.

Così si lascio andare, e spiccò il volo, e si sentì libero e pieno di possibilità con il vento della libertà che per la prima volta gli lambiva i lineamenti.

Non ce la poteva fare, però.
Malamente la realtà lo riportò a sé e si ritrovò a terra come non mai, malconcio.
Secondo molti il suo tempo sarebbe finito lì, ma caparbiamente andò avanti.


Adesso però l'ho attaccato meglio, l'orologio a muro della cucina.

8 commenti:

  1. ahahahahah :D
    oh, anche il citofono era un po' depresso, l'altro giorno.

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  2. Quello, poi, comunica con casa di Nonna.
    Non c'è più nè quella casa, nè c'è Nonna, fuori da me.

    Il citofono lo tengo, spero suoni prima o poi.
    E quando lo guardo o ci penso -tipo ora- sto bene.
    :)

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  3. E anche il quadretto appoggiato sopra il citofono, quello bellino, quello con la poesia e quel mosaico artistico di foto sul blu, quello di quel tuo amico poeta, ecco, lui, mica era attaccato a qualche filo, quando s'è depresso il citofono. L'ho sentito urlare, mentre precipitava. Mi sembra una cosa tipo " Machecazz". Non puoi dire di conoscere veramente un quadretto finché non precipita.

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  4. *___* Mia moglie è un genio *___*

    Inoltre veglia su di me difendendomi dalla maleducazione dei quadretti artistici e poetici.

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  5. eheh... all'inizio pensavo fosse dedicata a gianfranco fini.

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  6. @ ed*: tutte le volte che mi commenti mi scopro più intelligente e satirico di quanto sono davvero, e godo come un facocero. Ti ringrazio grugnendo signorilmente.

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  7. chiamami patrizia, sarò la tua bionda.
    anche senza preservativo.
    ;-)

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