Pensami, Amore,
quand'il mondo misuriamo, e coi nostri passi;
pensami, Amore,
quand'il naso ti punta una nuvola, e ciò che sembra;
pensami, Amore,
quand'il colore anima il foglio, e la forma si svela;
pensami, Amore,
quand'un tuono ti riporta bambina, e cerchi un nido;
pensami, Amore,
quand'il freddo prova a entrare, e cerchi un tepore,
pensami, Amore,
quand'un futuro del mondo cerchi, e che ti somigli.
Pensami, sempre,
o forse è troppo; pensami quand'hai già pensato
a esser te stessa, per poi potermit'avvicinare.
Pensami, magari,
metà tempo sì e metà tempo no, ma forse è
ancor troppo.
Pensami, forse,
ogni tre-quattro ore. Facciamo ogni cinque;
è più ragionevole.
Forse, Amore,
è meglio che metti la sveglia nel cellulare;
menù, strumenti, sveglia e la dovresti
trovare.
Ah, dipende dal modello; prova a smanettarci.
No, la suoneria non m'importa, fai tu.
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pensa te...
RispondiEliminami avevi fatto preoccupare: se non avessi sminuito il tutto con elementi quotidiani poeticamente degradanti sarebbe toccato a me farlo.
eh, sì, come degrado sono autonomo. :)
RispondiEliminaAppreciatee your blog post
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